Sentenza USA sull’aborto, ed il caos tra chi è pro e chi è contro

Riflessione sui diritti...

Redazione Prima Pagina Partanna
Redazione Prima Pagina Partanna
06 Luglio 2022 17:40
Sentenza USA sull’aborto, ed il caos tra chi è pro e chi è contro

Sono diversi giorni ormai in cui si legge in diversi siti e giornali della sentenza degli Usa sull’aborto, di fatto un clamoroso passo indietro. Clamoroso. Ho impiegato giorni per capacitarmi che fosse tutto vero. L’America dai più visto come il paese “avanti” di fatto talvolta guardato al netto delle luci e del fumo fa passi indietro clamorosi, è il paese conservatore profondamente contraddittorio. L’America: consente il possesso e l’uso di armi e poi vieta l’aborto. E’ il caso, e per questo sento l’esigenza di scrivere nero su bianco, quallo che in questi giorni ho pensato fermandomi a riflettere. Ne ho sentito il bisogno, mi son detta: io da che parte sto? Sono cresciuta sapendo che l'aborto (dal latino abortus, derivato di aboriri, «perire», composto di ab, «via da», e oriri, «nascere»)ossia l'interruzione della gravidanza prima della ventesima o ventiduesima settimana (cioè nel periodo in cui il feto non è capace di vita extrauterina), con conseguente espulsione del feto o dell'embrione dall'utero, può essere una scelta, e questa scelta è un diritto sacrosanto.

Ovviamente l’aborto è un tema che ha rilevanza sotto molteplici aspetti: etici, morali, legali, sociali, psicologici etc etc. E difatti il punto è: la scelta di abortire è un diritto oppure no? E’ una scelta difesa legalmente oppure no? In Italia la legge di riferimento è la Legge 194 del 1978. In America invece fu il precedente Roe contro Wade il caso giudiziario che venne dibattuto dinanzi alla Corte nel 1972 e che poi è andato a sentenza nel gennaio del 1973, con una pronuncia che fece storia: con il voto favorevole di sette giudici su nove, la Corte riconobbe la sussistenza di un diritto federale (dunque applicabile a tutti gli Stati) alle donne di interrompere volontariamente la gravidanza, anche in assenza di problemi di salute della donna, del feto e di ogni altra circostanza che non fosse la libera scelta della donna.

Un sentenza epocale. Prima di questa storica sentenza l’aborto era illegale, negli Stati Uniti, in 30 Stati; in 13 era legale in caso di pericolo per la donna, stupro, incesto o malformazioni fetali; in 3 solo in caso di stupro e di pericolo per la donna, mentre in soli 4 Stati l’unico requisito richiesto era la libera volontà della donna. Si comprende bene la rivoluzione sociale e civile di questa sentenza degli anni 70 e si comprende bene quanto adesso stupisca la sentenza del 2022.

Il 24 giugno scorso, con 5 volti favorevoli e quattro contrari, la Corte ha sovvertito il proprio stesso precedente, stabilendo che il diritto all’aborto non è protetto dalla Costituzione degli Stati Uniti, e di conseguenza non si tratta più di un diritto federale. Pertanto, ogni Stato d’ora in poi è e sarà libero di legiferare in materia come ritiene opportuno e corretto. Gli effetti di questa storica (a mio avviso in senso negativo) sentenza non hanno tardato a farsi sentire: in Utah, South Dakota, Kentucky, Louisiana, Oklahoma, Missouri, Arkansas e Texas l’aborto è già stato dichiarato illegale, ma l’elenco è destinato a crescere ed in altri Stati, ad esempio Alabama, West Virginia, Wisconsin e Arizona, sono state chiuse le cliniche per l’interruzione volontaria della gravidanza. Di contro, molte grandi aziende americane si sono dette pronte a coprire le spese di viaggio necessarie alle loro dipendenti per andare ad abortire se il diritto è loro negato nello Stato di residenza: tra i nomi più in vista, Disney, Apple, Alphabet, JPMorgan Chase, Tesla, Meta e Bank of America, Yelp, Netflix, Levi Strauss e Microsoft.C’è da chiedersi, tuttavia, quanto durerà questa rete di solidarietà, dal momento che alcuni governatori repubblicani hanno minacciato di annullare i contratti con le società che offrono sostegno all’aborto.

Insomma anni faticosi per garantire alle donne il diritto di scelta e poi tutto svanito. Eh si perchè al di là del credo religioso, delle scelte personali, e di ciò che si pensi ci sono diritti che devono essere tutelati e garantiti sempre. E’ doveroso che una donna abbia questa possibilità di scelta ed è ancora più doveroso che uno stato, che voglia essere considerato civile, tuteli e garantisca questa scelta. La donna ha il dovere di poter scegliere sul suo corpo e di poter decidere se mettere o meno al mondo un bambino.

Ci sono così tante sfaccettature nella vita che è doveroso pensare a tutelare questa scelta. Questa sentenza mi ha lasciato molto amaro in bocca…un salto nel medioevo che sembra andare di moda su molti temi a quanto pare. Ai posteri l’ardua sentenza….con la certezza che certi diritti una volta che sono diventati tali non vanno lasciati all’oblio e al tempo vanno protetti sempre e sempre di più.

Maria Elena Bianco

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