“Non la rivoluzione, ma l'evoluzione”: Il Vescovo Giurdanella traccia il bilancio di tre anni nella Diocesi di Mazara

Diversi i temi trattati nell'intervista nel corso della nostra trasmissione PrimaNews

Redazione Prima Pagina Partanna
Redazione Prima Pagina Partanna
19 Ottobre 2025 10:00
“Non la rivoluzione, ma l'evoluzione”: Il Vescovo Giurdanella traccia il bilancio di tre anni nella Diocesi di Mazara

Durante la nostra trasmissione PrimaNews lo scorso 14 ottobre abbiamo intervistato il Vescovo mons. Angelo Giurdanella, a pochi giorni dal terzo anniversario del suo insediamento nella Diocesi di Mazara del Vallo.  Il Vescovo Giurdanella ha esordito parlando della sua conoscenza iniziale della città: “Io per la verità non conoscevo Mazara e non ero mai stato a Mazara prima della mia nomina, con mia grande sorpresa ho trovato una città ma devo dire un territorio interessante, ricco di storie, di tradizioni, anche vivace, accogliente, pur dentro le contraddizioni.” Un legame con il territorio che il Vescovo ha voluto costruire in prima persona: “è vero che tutti si meravigliano perché io ho imparato a girare il territorio da solo in macchina, conosco tutte le città della Diocesi, le so raggiungere perfettamente senza navigatore perché volutamente ho voluto imparare senza nessun strumento… questo per il mio è sposare il territorio, voler bene il territorio.” Ha aggiunto che questa immersione gli ha “permesso di fare in fretta per amare questa terra, per amare questo popolo”. Tuttavia, accanto alla bellezza, ha subito notato anche le complessità: “è chiaro che ho scoperto dentro questa bellezza, ho scoperto anche le contraddizioni...

dettate da questo cambiamento d'epoca, un cambiamento antropologico, è un cambiamento di mentalità, è un cambiamento di storia”. Riflettendo sui primi tre anni del suo mandato pastorale, mons. Giurdanella, arrivato il 15 ottobre del 2022, ha chiarito la sua filosofia di guida: “Il mio motto è non la rivoluzione ma l'evoluzione, allora vuol dire che tanti prima di me hanno lavorato, hanno lavorato bene, io mi sono inserito dentro questo solco anzitutto con grande rispetto per tutto ciò che si è fatto, senza la smania dei cambiamenti, delle novità”.

Ha sottolineato che ogni iniziativa deve nascere da “una conoscenza, di un amore al territorio e alla Chiesa di Mazara... e tutto deve nascere non solo per amore ma anche per il bene, per il rilancio della vita ecclesiale e pastorale di questo territorio”.  Un punto cardine del suo episcopato è il rapporto con le istituzioni. “Dal mio arrivo ho dichiarato che tra la Chiesa e tutte le istituzioni, politiche, amministrative ma anche di ordine pubblico, scolastico, vi debba essere la piena collaborazione”. L'intervista ha toccato anche il tema dei conflitti globali, con un riferimento doloroso: “oggi dopo l'esperienza della seconda guerra mondiale, nessuno di noi ci sarebbe mai aspettato una terza guerra mondiale, come la definiva Papa Francesco a pezz.” Il Vescovo ha richiamato l'attenzione sulla necessità di non abituarsi agli orrori: “Non possiamo abituarci alla guerra”.

Ha espresso grande indignazione per l’escalation dei crimini: “la reazione è di indignazione nei confronti dei crimini di guerra, nei confronti di una guerra che non guarda in faccia nessuno, bambini, anziani, ospedali, scuole bombardate, una guerra che non serve a nessuno, il Papa la definiva illogica, irrazionale. ”Ha lodato la Costituzione italiana ricordando che “l'articolo 11 dice l'Italia ripudia la guerra, e utilizza proprio il termine ripudiare, che è pregnante”.

Concentrandosi sulla guida della Diocesi, mons. Giurdanella ha espresso il suo impegno primario: “La prima cosa che ho dichiarato e mi sto sforzando di fare è quello di amare questo territorio. Tant'è vero che io ho spesso dichiarato che sono qui per dare anche la mia vita per questo territorio”. In chiusura, riguardo alla questione delle chiese monumentali spesso chiuse a Mazara, in un contesto di crisi economica che tocca anche la Chiesa, il Vescovo ha risposto: “So che a Mazara abbiamo tante chiese e che non riusciamo ad amministrarle sia dal punto di vista pastorale perché noi dobbiamo ammettere che non c'è soltanto la crisi economica o sociale.

C'è anche un allontanamento”. Riguardo al patrimonio artistico, ha manifestato l'intenzione di agire: “È nostra intenzione trovare i fondi, perché io dico le chiese sono delle opere d'arte. Sono state consegnate e noi abbiamo l'obbligo di custodirle ma anche di ristrutturarle”. Ha suggerito un uso più ampio di questi spazi: “li possiamo utilizzare per il momento culturale... fare  musica, teatro  sempre nel rispetto del luogo...

si possono affidare a delle associazioni che possano gestirle". Concludendo con una nota di speranza, il Vescovo Giurdanella ha affermato: “La crisi la vedo come un beneficio perché vuol dire che ci invita ad essere cristiani... per cui c'è uno scritto di un Vescovo dal titolo "Benedetta crisi" che io condivido perché la crisi ci costringe a ripensare il nostro modo di essere credenti oggi in questo territorio

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