Pescatori sequestrati a Bengasi, Di Maio risponde in Senato. Mediazione degli Emirati per uno scambio con i 4 libici condannati in Italia?

Redazione Prima Pagina Partanna
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15 Ottobre 2020 17:15
Pescatori sequestrati a Bengasi, Di Maio risponde in Senato. Mediazione degli Emirati per uno scambio con i 4 libici condannati in Italia?

“Riportare a casa i 18 marittimi di Mazara del Vallo è una priorità assoluta per tutto il Governo, nelle sue varie articolazioni e sotto il coordinamento di Palazzo Chigi”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, rispondendo al Question Time al Senato in merito alla vicenda dei 18 pescatori (8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi) e dei due motopesca mazaresi  “Antartide” e “Medinea” sequestrati a Bengasi da 45 giorni. “E' un impegno che portiamo avanti, come ho ribadito ai familiari dei pescatori durante l’incontro avuto con loro il 29 settembre assieme al presidente Conte.

La delicatezza del contesto –ha spiegato Di Maio- ci richiede di perseguire questo obiettivo senza iniziative clamorose o di propaganda, ma con quel basso profilo che vicende del genere richiedono. Anche ora mentre stiamo discutendo, il nostro corpo diplomatico e l’intelligence esterna sono al lavoro», ha spiegato il capo della Farnesina. Il low profile della Farnesina -ha sottolineato-  è segno di responsabilità e non certo sintomo di reticenza, un atteggiamento dunque volto a tutelare l’incolumità in questo caso dei nostri pescatori”.

Infine il Ministro degli Esteri rispondendo all’interrogazione sulla vicenda formulata dal capogruppo di Italia Viva, Davide Faraone, ha detto:”potete attaccare me, ma lasciate in pace il corpo diplomatico della Farnesina e l’intelligence in quello che stanno facendo”. Nelle ultime ore è emersa una notizia, attraverso l’agenzia Nova, secondo la quale gli Emirati Arabi si starebbero prodigando per trovare soluzione alla vicenda. Funzionari degli Emirati avrebbero avuto un lungo e cordiale colloquio telefonico con uno dei leader dell’Esercito nazionale guidato da Kalifa Haftar “per discutere le modalità per liberare i detenuti di ciascuna parte con soddisfazione di ambo le parti”.

Secondo questa fonte, attraverso gli Emirati potrebbe essere “facilitato” pertanto lo scambio fra i diciotto pescatori ed i quattro libici (conosciuti in patria come quattro calciatori) condannati dal Tribunale di Catania con l’accusa di  essere stati fra gli scafisti che hanno provocato la strage di ferragosto del 2015 quando morirono 49 migranti. Francesco Mezzapelle

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