Per la rubrica “UnLibroTiraLAltro”, viene presentato: “In nome della madre”

Una storia che fa palpitare il cuore, scritta con straordinaria sensibilità ed efficacia. Da leggere assolutamente

Redazione Prima Pagina Partanna
Redazione Prima Pagina Partanna
18 Dicembre 2021 16:30
Per la rubrica “UnLibroTiraLAltro”, viene presentato: “In nome della madre”

Per la rubrica Un libro tira l’altro il Circolo dei lettori presenta: “In nome della madre”

di Erri De Luca

Ed. Feltrinelli

“Miriam, sai cos’è la grazia?” “Non di preciso”, risposi. “Non è un’andatura attraente, non è il portamento elevato di certe nostre donne bene in mostra. È la forza sovrumana di affrontare il mondo da soli senza sforzo, sfidarlo a duello tutto intero senza neanche spettinarsi. Non è femminile, è dote di profeti. È un dono e tu l’hai avuto. Chi lo possiede è affrancato da ogni timore. L’ho visto su di te la sera dell’incontro e da allora l’hai addosso. Tu sei piena di grazia. Intorno a te c’è una barriera di grazia, una fortezza. Tu la spargi, Miriàm: pure su di me.”

La narrazione, in prima persona, è il racconto dei pensieri di una madre, le sue paure, le sue aspettative, pervaso da una serenità inspiegabile se non con la grazia di cui l’Arcangelo parla.

Miriam, Maria, ha appena ricevuto l’annuncio della sua gravidanza dall’arcangelo Gabriele. La giovane donna non cerca chiarimenti a ciò che le è accaduto, accetta come un dono posto nel suo ventre la nuova vita che cresce, con cui parla. Il resto, è tutto intorno a lei, fuori. Le domande, gli sguardi accusatori e di compatimento, le chiacchiere. La legge, che imporrebbe a Iosef di denunciarla per adulterio. Iosef che non ha un ruolo marginale nella storia, anzi sono il suo amore incondizionato per Miriàm e il suo coraggio a far sì che il figlio di Dio possa vedere la luce. Le crede per amore, più che per fede. Si fa scudo tra lei e il volgo, rimbalzando le maldicenze.

E’al momento del parto,che Miriàm resta sola. Iosef rimane di guardia alla stalla. Il miracolo si compie dentro, sulla paglia.

Un miracolo che si compie ogni giorno e che si compirà fino alla fine della razza umana: la nascita. I dolori sembrano ovattati, giungono leniti al lettore, sormontati dai pensieri di Miriàm, di una madre come tante, che vorrebbe che suo figlio fosse uno dei tanti, destinato ad una vita ordinaria, al sicuro. Miriam sa già sa che il suo essere diverso lo condurrà lontano da lei, il «vento freddo dal futuro» glielo ha detto. E si ritrova a pregare, a pretendere, con la passione, l’ardore, l’amore di una madre di carne, che Dio non lo reclami mai. Solo in quel momento, realizza, cosa significhi essere la madre di Ieshu.

E arriva ad un compromesso, perché sa che ormai tutto è compiuto: glielo consegnerà, devota, ma non prima dei trent’anni, decisa.

La desolazione di un ventre vuoto, una placenta sulle pietre della stalla. La consapevolezza che, malgrado gli abbracci, non potrà mai più essere una persona sola con suo figlio. Che alla fine le madri sono il tramite attraverso cui il miracolo della vita si compie.

Una storia che fa palpitare il cuore, scritta con straordinaria sensibilità ed efficacia che arriva all’anima del lettore e resta li dentro come in uno scrigno. Erri De Luca ci ha regalato un piccolo capolavoro, usando parole semplici ha scritto una storia meravigliosa una storia che riguarda credenti e non, che narra del miracolo dell’amore da cui nasce la vita. Da leggere assolutamente.

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Leonarda Paladino

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