Negli ultimi anni, si è osservato un preoccupante aumento della violenza e dell'odio in tutto il mondo. Le guerre in Ucraina e tra Israele e Hamas sono solo gli esempi più noti di un panorama globale sempre più violento. Tuttavia, il fenomeno della violenza non si limita ai conflitti internazionali: femminicidi, crimini familiari e violenza gratuita nelle nostre città sono in aumento, creando un clima di insicurezza diffusa.
Femminicidi e crimini familiari. Il femminicidio è un fenomeno in preoccupante crescita. Le cronache sono piene di storie di donne uccise da partner o ex partner, spesso in contesti di violenza domestica che rimangono irrisolti fino al tragico epilogo. A questo si aggiungono gli omicidi tra familiari, dove padri uccidono i figli e viceversa, o tra parenti, evidenziando un crollo delle relazioni familiari.
La minaccia delle “baby gang”. Un altro fenomeno inquietante è rappresentato dalle baby gang. Questi gruppi di minorenni si dedicano a spaccio di droga, violenze, rapine e aggressioni, spesso senza che le forze dell'ordine riescano a contenerli. La loro violenza è amplificata dai social media, dove pubblicano le loro imprese per ottenere visibilità e approvazione. Per affrontare il fenomeno delle baby gang, è essenziale l'attuazione di leggi che rieduchi realmente i minori violenti. La prevenzione è fondamentale: programmi di riabilitazione e reintegrazione sociale devono essere al centro delle normative. Inoltre, è necessario creare percorsi educativi specifici che aiutino questi giovani a sviluppare competenze sociali e personali, riducendo così il rischio di recidiva.
Il ruolo dei “social media”. I “social media” hanno un ruolo significativo in questa spirale di violenza. Sempre più spesso, le atrocità vengono documentate e condivise online, alimentando un ciclo di esibizionismo violento. Nonostante i mezzi tecnici disponibili per bloccare la diffusione di questi contenuti, le piattaforme sembrano fare poco per arginare il fenomeno. È necessaria una regolamentazione più rigorosa, che limiti o vieti l'accesso ai minori e blocchi la diffusione di immagini violente.
Violenza contro gli animali. La crudeltà verso gli animali è un altro aspetto della violenza dilagante. Le recenti immagini di un cucciolo lanciato giù da una collina rappresentano solo uno degli episodi di violenza gratuita contro gli animali, segnalando una crescente insensibilità e mancanza di empatia sugli animali e nella società.
Educazione e valori. Affrontare questo problema richiede un intervento a più livelli. È fondamentale un ritorno ai valori fondamentali, iniziando dall'educazione familiare. Le famiglie devono riprendere il loro ruolo educativo, limitando l'uso eccessivo di televisione, videogiochi violenti e dispositivi elettronici, e dedicando più tempo alla crescita morale dei propri figli.
Il ruolo della scuola. Anche le scuole devono fare la loro parte, fornendo un'educazione che vada oltre il semplice insegnamento accademico per includere valori etici e sociali. Tuttavia, l'educazione scolastica deve essere supportata dalle famiglie, altrimenti rischia di essere inefficace.
Un appello alla società. La strada verso una società più rispettosa e meno violenta è ardua, ma non impossibile. Se vogliamo preservare i pochi valori rimasti, dobbiamo impegnarci collettivamente per cambiare le nostre abitudini e influenzare positivamente le generazioni future. Solo così potremo sperare in un mondo dove il rispetto per gli altri e per la vita torni a essere la norma, e non l'eccezione.
Vito Caronna