Sono stati giorni di preoccupazione ed ansia per il paese alla notizia del ritorno di alcuni concittadini dalle regioni del nord Italia coinvolte in numerosi casi di Covid – 2019. Studenti ed insegnanti, con le scuole chiuse, hanno deciso di approfittare del temporaneo stop didattico per ritornare nel loro paese di origine. Non tutti per la verità hanno optato per intraprendere un viaggio, in questo periodo rischioso, per salutare i loro cari o distrarsi con le festività carnevalesche. Ad esempio, un’ insegnante partannese ,Francesca Triolo, ha preferito rimanere nel suo luogo di lavoro proprio per evitare possibili occasioni di contagio nei terminali ferroviari o aereoportuali delle principali vie di transito della Lombardia e del Veneto.
Il ritorno degli emigrati è stato terreno di scontro, in alcuni casi molto acceso, nelle varie pagine social cittadine. Il pomo della discordia era incentrato sulle necessità di stare o meno in isolamento precauzionale dei soggetti provenienti dalle aree contaminate, auspicato dalla maggior parte dei residenti nel paese belicino e rifiutato in modo piccato dagli altri perché provenienti dalla zona gialla quindi solo confinante con i focolai epidemici ( tutt’ora dalle zone rosse è impossibile spostarsi).
Questa psicosi dell’untore è stata notevolmente amplificata dai principali organi di stampa che hanno creato eccessivo allarmismo e panico nei cittadini, con effetti, spesso, irrazionali ed esagerati, come l’assalto alle catene di supermarket per accaparrarsi ogni genere di cibo , disinfettanti, mascherine e letteralmente svuotare i banconi degli stores. Questa frenesia isterica è giunta fin nelle nostre zone dove ad oggi non si registrano casi di Corona-virus ma che ha allarmato diverse persone.
L’eco degli effetti del Covid – 2019 ha toccato perfino gli Stati Uniti e le altre nazioni dove è presente una cospicua componente di origine italiana, che preoccupati dalla situazione descritta dai media contattano giornalmente parenti ed amici per conoscere l’evolversi del problema. Nei giorni scorsi, a mettere fine alla diatriba tra coloro che sosteneva l’isolamento precauzionale dei viaggiatori e la libertà di scelta soggettiva di ognuno ci hanno pensato il Governo Italiano e quello Regionale, che hanno emanato delle direttive dove vige l’obbligo, per coloro che hanno soggiornato nelle Regioni a rischio, di informare il proprio medico curante degli spostamenti effettuati. Di recente, alcune voci avevano allarmato i partannesi per un caso sospetto. Un frate della Fraternità di Betania rientrando da Milano accusava uno stato febbrile ed induceva la comunità religiosa a sospendere tutte le liturgie aperte al pubblico.
Il sindaco della città Nicolò Catania, per mettere fine a inopportuni allarmismi, ha diffuso una nota sui social per rassicurare la cittadinanza sull’ infondatezza dei rumors e che ad oggi non è stato registrato nessun caso di Corona-virus. Stefano Caruso