Marsala, è un caso nazionale il “Registro dei bambini mai nati” approvato dal Consiglio comunale. Un favore alla lobby “teocon” in vista delle Amministrative?

Redazione Prima Pagina Partanna
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18 Agosto 2020 16:32
Marsala, è un caso nazionale il “Registro dei bambini mai nati” approvato dal Consiglio comunale. Un favore alla lobby “teocon” in vista delle Amministrative?

La scorsa settimana il Consiglio comunale di Marsala, prossimo ormai allo scioglimento in vista delle elezioni Amministrative di ottobre, ha votato quasi all’unanimità, una delibera che personalmente potrei definire “agghiacciante” e che riporta certamente al passato, non tenendo conto anche delle leggi che a partire dagli anni ‘70 hanno riformato il diritto di famiglia garantendo soprattutto alla donna la possibilità di affermare la propria libera volontà di portare avanti una gravidanza o meno.

In una Città come Marsala, quasi alla vigilia delle elezioni Amministrative, 23 consiglieri comunali hanno approvato il “Registro dei bambini mai nati”. Nello specifico si vorrebbe modificare il regolamento cimiteriale in atto rendendo sepoltura al feto abortito con un numero di identificazione e un nome, seppure di fantasia. A questo si accompagnerebbe l’iscrizione in un apposito registro anche contro la volontà della donna e dell’uomo che l’hanno concepito. Una decisione, seppur legittima, quella dei 22 consiglieri comunali favorevoli (contrari soltanto i consiglieri comunali Daniele Nuccio, Luana Alagna e Linda Licari) alla proposta del consigliere Giusi Piccione, attivista del ”Movimento per la Vita”.

Però non sappiamo quali ragioni abbiano spinto la gran parte del Consiglio comunale ad approvare una delibera che mette in discussione un diritto civile. Non vogliamo certamente pensare che l’approvazione della delibera abbia un fine strumentale-elettorale; chissà una sorta di compiacimento ad una forte lobby teo-conservatrice che intende mettere le mani sulla Città? Se così fosse si ci troveremmo di fronte ad un vero e proprio momento di oscurantismo, altro che stato laico, libero e moderno.  Una delibera che ha acceso il dibattito a livello addirittura nazionale.

Esistevano già due leggi che normavano la questione: di questa delibera non si sentiva l’esigenza”, dice Valentina Colli, presidente provinciale dell’Unione Donne Italiane. “Arrogarsi la prerogativa di sostituire la dicitura scientifica di “feto” con “bambino mai nato” (scatenando l’immaginario del bimbo con pagliaccetto e fiocco), significa non troppo implicitamente sostenere che, chi attua un aborto volontario sta commettendo un omicidio e che chi ha abortito spontaneamente non è stata in grado di portare avanti quella vita”.

E ancora: “Non avete lontanamente idea della violenza inusitata che state perpetrando”. Rivolgendosi alla consigliera Giusi Piccione la Colli ha aggiunto: “Cara Consigliera, cari consiglieri tutti, siete convinti di avere a che fare con degli stupidi. Noi, invece, abbiamo la certezza di avere a che fare con persone che, non solo sconoscono il diritto e le norme esistenti, ma strumentalizzano la vita delle persone: non del feto o dell’embrione, ma delle donne che hanno il diritto di disporre – liberamente e in anonimato – del proprio corpo”.

A prendere duramente le distanze dalla delibera approvata dal Consiglio comunale marsalese oltre a diverse associazioni , centri anti violenza,  le segreterie del Partito Democratico, ed anche i vertici di “Italia Viva” che hanno dichiarato il proprio sdegno per l’approvazione della delibera che considera “carta straccia”. “La delibera –si legge nella nota di Italia Viva- è palesemente incostituzionale, lede le minime libertà individuali. Il consiglio comunale marsalese, con il voto favorevole di 23 consiglieri, ha buttato al vento anni di conquiste fatte con enormi sacrifici dalle donne.

I motivi che spingono a rinunciare ad una gravidanza non possono essere sindacate e nemmeno passare sotto il giudizio o pregiudizio di chicchessia. Una delibera che vanifica gli sforzi fatti e che deve indurre ad una riflessione: perché ledere la autodeterminazione delle donne? A quali ulteriori privazioni si dovrà assistere? La politica deve indicare una strada, Italia Viva lo farà assumendosi le responsabilità sociali ed evitando che si ripiombi  nell’oscurantismo. Ci opponiamo fortemente a questo clima ostile nei confronti delle donne e non abbiamo intenzione di alimentare  il ricorso all’aborto in strutture non autorizzate e senza alcuna tutela sanitaria.

Diciamo no al ritorno al Medioevo e tuteliamo la libertà individuale di scelta. Chiediamo inoltre che la legge 194 del 1978 venga applicata in tutti i suoi aspetti, potenziando i percorsi orientati di educazione sessuale e di preparazione alla genitorialità. La delibera in questione manda un messaggio inammissibile: etichettare le donne, sottoporle ad un giudizio. Italia Viva è il partito dei diritti civili, è il partito in cui intelligenza e sensibilità non consentiranno di far regredire i diritti delle donne”.

Francesco Mezzapelle

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