Nel cuore di Partanna, un tempo sorgeva una delle chiese più affascinanti del paese: la Chiesa del Purgatorio.
Oggi ne restano solo i ruderi, testimoni silenziosi di una storia fatta di fede, trasformazioni e, purtroppo, anche distruzione.
Le sue origini risalgono al XIV secolo, quando venne costruita su sito di un’antica torre di guardia di epoca araba. Questa torre, invece di essere abbattuta, fu trasformata in campanile, unendo così passato e presente in un’unica struttura.
Inizialmente, la chiesa era dedicata a San Vito, il santo protettore di Partanna. Col tempo, però, subì diversi cambiamenti, sia nel nome che nell’architettura, adattandosi alle esigenze della comunità e alle varie epoche storiche.
Il momento più drammatico della sua esistenza arrivò nel 1968, con il devastante terremoto del Belice. Le scosse colpirono duramente Partanna e la Chiesa del Purgatorio non fu risparmiata. I danni furono così gravi che, l’anno successivo, si decise di demolirla. Fu una scelta dolorosa, che ancora oggi molti ricordano con amarezza, perché insieme a quelle pietre si perse un pezzo di identità della città.
Oggi, in piazza Castello, vicino al Castello Grifeo, la facciata mozzata della chiesa è lì, come un ricordo vivo di ciò che è stato. Ogni mattone racconta una storia, ogni crepa parla del terremoto e delle difficoltà affrontate dalla gente di Partanna. È un luogo che invita alla riflessione, un simbolo di memoria e di resistenza, un pezzo di passato che, nonostante tutto, continua a vivere nel cuore della città.
Si ringrazia Andrea Nastasi per aver concesso la foto storica Chiesa del Purgatorio.