In questo complesso periodo che stiamo attraversando quale può essere l’apporto di una associazione filantropica come la vostra alla vita sociale ? “ Stiamo vivendo un periodo molto difficile per tutti, in un’atmosfera pesante, difficile da affrontare, che ha sospeso la vita di relazioni sociali, ma che ci ha subito “urlato” che non avremmo potuto aggiungere ai morti di Covid anche quelli da carenza di sangue e di emocomponenti. Abbiamo, nel nostro piccolo, preso subito coscienza di ciò.” L’emergenza Covid, oltre che rendere difficile l’operato di medici e infermieri ha anche rallentato la cura di altre patologie, tra cui quelle che richiedono trasfusioni di plasma, come avete affrontato la situazione? “Questa pandemia ha intensificato le urgenze, perché nel frattempo le altre malattie non sono andate in stand-by.
Il bisogno di sangue non si è fermato perché le altre patologie continuano ad esserci e devono essere affrontate e curate.Grazie alla responsabilità e alla sensibilità dei nostri donatori, le attività sono andate avanti, sia in sede con le raccolte di sangue intero, sia a Trapani, presso il Centro Trasfusionale Avis dell’Ospedale S. Antonio, dove periodicamente si recano i nostri volontari per donare il plasma e le piastrine.” Quali sono state le modalità d’Intervento? “Si è privilegiato il metodo della chiamata-convocazione dei donatori al fine di regolare il numero degli accessi in sede, per la donazione; si sono adottate misure di triage, un’intervista sulle condizioni di salute del donatore a quel momento, in occasione del contatto telefonico ; anche l’invio della refertazione via e-mail (già in uso da tempo) ha evitato inutili e inopportuni contatti diretti.
Nelle giornate di raccolta, senza trascurare in alcun modo la sicurezza, infatti vengono sempre osservate le misure di distanziamento interpersonale, l’uso di guanti e mascherine, la misurazione della temperatura all’ingresso, la sanificazione continua delle superfici e l’utilizzo frequente di liquidi igienizzanti per le mani.” Avete avuto un riscontro positivo dai donatori oppure l’attività ha considerevolmente rallentato? “ L’Avis di Partanna non si è fermata, il virus non ne ha rallentato l’attività che è stata anzi incrementata, nella piena consapevolezza che avere a disposizione il sangue per chi ne ha necessità, in questa fase, è ancora più indispensabile.
Di tutto ciò ringraziamo con tutto il cuore i nostri straordinari donatori, per i quali non sappiamo più quali aggettivi usare, quelli che abbiamo loro attribuito fino ad oggi ci sembrano alquanto riduttivi, meritano molto di più.” Secondo lei, le associazioni di volontariato nel territorio come hanno operato? “Durante questa lunga e complicata emergenza, tutte le associazioni di volontariato si sono prodigate per contribuire in maniera significativa ad affrontare le urgenze, tutti all’interno del terzo settore, tutti i soggetti attivi nell’ambito del no profit, organizzazioni non governative e orientate al sociale, stanno facendo del loro meglio per aiutare i più bisognosi.
Il terzo settore costituisce un punto di forza nel nostro modello sociale. Attenzione però perché la definizione potrebbe portare fuori strada, non si tratta di un soggetto “terzo” che supplisce alle insufficienze della pubblica amministrazione, ma di un complesso tessuto di relazioni e servizi, adeguato e flessibile, che porta con sé un notevole e significativo patrimonio di esperienze e competenze. Si tratta di un patrimonio di strutture organizzative e persone particolarmente votate alla fiducia verso il prossimo e all’ottimismo: spesso chi fa volontariato registra un grado di benessere soggettivo più alto.
Le ricadute che l’impegno produce sulla persona sono positive: i volontari si sentono meglio con se stessi e spesso hanno allargato la propria rete di rapporti sociali. È un esplicito invito a chiunque voglia fare questa esperienza!I volontari rappresentano una preziosa risorsa che non va dispersa, che va anzi salvaguardata.” Secondo la sua opinione come sarà la vita dopo la Pandemia? “ Ognuno di noi si interroga e cerca di capire come sarà la nostra vita dopo la pandemia. “NON TORNEREMO ALLA NORMALITà, PERCHé PROPRIO LA NORMALITà ERA IL PROBLEMA.” (Una scritta anonima su un muro di Hong Kong) Sì certamente occorre gestire il rischio per “ritornare alla normalità”, ma contemporaneamente si deve saper cogliere le opportunità generate dalla crisi per superare i problemi della “normalità” e imparare a vivere al meglio un tale cambiamento che probabilmente sarà irreversibile.” “NEANCHE IL VENTO Più TERRIBILE SOFFIA IN ETERNO…” Intervista a cura di Stefano Caruso