Il racconto di Irina Pysareva all’I.C. Montalcini di Partanna

L'incontro è avvenuto in modalità online

Redazione Prima Pagina Partanna
Redazione Prima Pagina Partanna
02 Aprile 2022 17:05
Il racconto di Irina Pysareva all’I.C. Montalcini di Partanna

Lunedì 28 marzo in modalità online dalle 15:45 alle 17:00 si è svolto un incontro con la signora Irina Pysareva. Presenti tutti i ragazzi della scuola secondaria di I grado e i docenti dell’Istituto.

Il dirigente Giuseppe Inglese ha sottolineato l’importanza della testimonianza della signora Irina Pysareva per riflettere sul valore della pace nella vita degli uomini e delle nazioni. Ha moderato la professoressa Loredana La Rocca.

L’incontro ha avuto come protagonista la signora Irina che ha narrato la sua vita a Kiev prima e dopo lo scoppio della guerra. Irina ci ha raccontato della sua infanzia, dell’amicizia con la famiglia Asaro che l’aveva accolta nei lontani anni ‘90, quando moltissimi bambini e ragazzi ucraini sono stati ospitati in Italia per le vacanze dopo lo scoppio della centrale nucleare di Chernobyl. Irina ha studiato e si è laureata in economia e marketing, e fino allo scoppio della guerra ha lavorato in un’agenzia di pubblicità internazionale, dove ha curato anche campagne per grandi marchi; l’agenzia si trovava all’interno del centro commerciale di Kiev raso al suolo dai russi nella notte tra il 20 e il 21 marzo, ha parlato del suo matrimonio con un giornalista sportivo a cui hanno partecipato i suoi amici partannesi e della vita serena che ha avuto insieme al suo bimbo di sei anni fino alla fine del 2021.

In quei mesi tutti gli ucraini hanno avvertito la minaccia di un attacco imminente e si sono preparati facendo delle provviste di cibo e carburante ma mai avrebbero immaginato quello che è successo la notte del 24 febbraio quando sono stati svegliati dal boato delle bombe.

Nelle sue parole si è percepito il terrore nel rammentare quei terribili momenti in cui i vetri delle finestre della sua casa sono diventati pericolosi infrangendosi per l’onda d’urto, in cui la quotidianità è stata sconvolta e non ci si sente più al sicuro nella propria casa, nel proprio Paese. “Nessuno lascia la propria casa a meno che la casa non sia la bocca di uno squalo…(Warsan Shire). Ecco che dopo due giorni di terrificante strazio Irina decide di partire in auto insieme alla sua mamma, al suo bambino e al cane accompagnati fino alla frontiera polacca da suo marito cercando di evitare le strade bombardate e intasate da altri ucraini che volevano mettersi in salvo all’estero.

Possiamo solo immaginare il travaglio interiore di lasciare tutto per andare incontro a un futuro incerto lasciando le persone care in quella terra martoriata; Irina ha affrontato con molto coraggio e determinazione un viaggio di migliaia di km attraversando molti Paesi europei e dopo una settimana è arrivata a Partanna. Qui Irina era attesa dai suoi amici e da tutta la comunità partannese che accogliendola e facendole sentire tutto il calore e l’affetto possibili l’ha aiutata anche a organizzare l’arrivo di altri suoi conterranei, si è messo in piedi un ponte con l’Ucraina che ha permesso ad altre donne e ai loro figli minori di essere ospitati dalle famiglie di Partanna.

I bambini, le bambine, le ragazze e i ragazzi sono stati iscritti a scuola e grazie alle associazioni sportive prendono parte anche alle attività extrascolastiche. La nostra testimone d’eccezione ha quindi risposto a molte domande dei ragazzi che avevano ascoltato in religioso silenzio il suo racconto.

Irina ha concluso dicendo di essere molto grata per questa meravigliosa accoglienza che lenisce un po’ il dolore e il trauma della guerra ma che nel suo cuore non vede l’ora che questo terribile momento vissuto dal suo Paese finisca e di poter tornare in patria per ricongiungersi ai propri cari.

Loredana La Rocca

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