I campetti della scuola calcio di Nino Daí si colorano di gioia

La normalità a portata di pallone.

Redazione Prima Pagina Partanna
Redazione Prima Pagina Partanna
29 Aprile 2022 14:49
I campetti della scuola calcio di Nino Daí si colorano di gioia

Bambini con il completino da calcio bordeaux e nero e altrettanti con il completino rosso e giallo, bandiere per terra, una bandiera per la pace, mani che si toccano, sguardi che scrutano, risate, gesti nervosi, voglia di giocare.

Genitori seduti a guardare e respirare l'entusiasmo palpabile dei bambini, Mister eccitati all'idea di far provare ai bimbi una sana competizione e tanta voglia di fare.

Per un paio d'ore le conseguenze limitanti e limitative della pandemia e la preoccupazione per la guerra in Ucraiana sono sparite.

Una magia perfettamente riuscita.

Tutto questo é successo ieri nei campetti della scuola calcio del Mister Nino Daí.

Sotto lo sguardo attento del Mister Daí e di Marta Termini e dei Mister della squadra di Salemi (carica e colorata, giallo e rosso come detto), Fabiola Giglio e Camillo Spisso, le due squadre di promettenti calcolatori e festanti bambini, si sono divertiti giocando ben due partite in contemporanea.

L'idea sana di far giocare tutti e dare a ciascuno l'occasione di sperimentarsi in campo é stata vincente.

Tutti hanno toccato la palla, hanno partecipato alla gioia del goal e alla delusione della parata.

Il plauso a quel portiere che è un piccolo portento, le pacche sulla spalla a quel piccolo calciatore che fa goal come se non ci fosse un domani, l'incitamento a chi si distrae e perde l'occasione di fare goal, l'ansia di giocare, la timidezza scalfita dalle urla dei compagni e da quella palla che vuoi o non vuoi ti arriva tra i piedi, il riscaldamento dalla panchina di chi scalpita per la voglia di giocare.

Questo ieri era visibile a tutti.

Mi sono fermata a guardare questi bambini e ho gioito della loro tenacia e della loro convinzione nel giocare. Vedere quegli abbracci stretti dopo un goal, quella vera eccitazione, osservare la "rabbia" dopo un tiro fuori o un passaggio sbagliato mi ha fatto sorridere...

Questi bambini, in un modo o nell'altro, ci credono.

Vederli gioire, toccarsi, ridere, supportarsi, incitarsi, tifare, raccogliere consensi dai genitori spettatori é stato bello.

Normalità.

Questi sono i bimbi che sono stati a casa due anni, adesso é ora di metterli fuori e spingerli a vivere esperienze concrete.

Si ha bisogno di voci reali, di abbracci veri, di cadute e ginocchia sbucciate, di restare delusi per un goal mancato, di guardarsi negli occhi, di conoscere nuova gente.

Molto bello vedere queste squadre affiatate e i Mister amorevoli e presenti con tutti.

Non ho visto due squadre, ho visto due "famiglie".

Che ben vengano queste occasioni di competizione.

Che ben vengano queste occasioni di vita che resteranno nella memoria dei bambini.

Alla fine dei rigori, non importa chi ha vinto o perso, tutti a fare merenda insieme e festeggiare.

I bambini ci educano a guardare l'anima delle cose, lo sport ci educa a saper perdere e crescere.

Mi pare che abbiamo ricevuto solo regali ieri i bambini...

La foto, non perfetta é voluta, regala a chi guarda lo spirito di ieri pomeriggio: normalità!

La foto perfetta non esiste, esiste la vita e quell'attimo di entusiasmo catturato...

Maria Elena Bianco

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