E' arrivato il reddito di libertà

Il contributo economico per le donne vittime di violenza

Redazione Prima Pagina Partanna
Redazione Prima Pagina Partanna
15 Settembre 2021 17:32
E' arrivato il reddito di libertà

Ogni volta che si sente parlare di una donna vittima di violenza le prime informazioni che si hanno sul caso sono o che la vittima é purtroppo deceduta o che la vittima vive in uno stato di dipendenza economica o in uno stato di povertà tale da impedire alla stessa ogni possibile scelta di allontanamento dal "carnefice". Molto spesso, per non dire sempre, l'impossibilità di avere in mano dei soldi impedisce alla donna vittima di violenza di potersene andare e provare a salvare se stessa e i figli.

Bene, forse finalmente si stanno pensando a soluzioni idonee a contrastare queste situazioni. Ed infatti, con lo scopo di favorire l’indipendenza economica e l’autonomia delle donne vittime di violenza in condizioni di povertà é stato istituito il REDDITO DI LIBERTÁ, che é un contributo di 400 euro (importo esiguo ma é giá un inizio), ed il DPCM che lo istituisce é stato pubblicato in Gazzetta ufficiale del 20 luglio scorso. Il Decreto del presidente del consiglio dei ministri (DPCM), datato 17 dicembre 2020, attua le misure previste dal D.l.

“Rilancio” (Decreto legge n. 34/2020 convertito in Legge n. 77/2020), con cui sono stati riconosciuti ben tre milioni di euro di risorse aggiuntive a beneficio del “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza”, nell’ambito del già attivo “Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità” creato presso la Presidenza del consiglio dei ministri. Partiamo da un approfondimento. Il cosiddetto Decreto “Rilancio” (D.l. n. 34/2020) viene istituito al seguente scopo: quello di contenere gli effetti economici dell’emergenza COVID-19 ed in particolare nei confronti delle donne in condizione di maggior vulnerabilità e favorire percorsi di autonomia e quello, importante, di emancipazione delle donne vittime di violenza in condizioni di povertà.

L'articolo 105-bis del citato Decreto ha incrementato per l’anno 2020, in misura pari a tre milioni di euro, le risorse a disposizione del “Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità” istituito presso la Presidenza del consiglio dei ministri. Sempre ai sensi del D.l. “Rilancio”, l’utilizzo dei fondi aggiuntivi sottostava a criteri definiti con Decreto del Presidente del consiglio dei ministri (DPCM), su proposta del Ministro per le pari opportunità e la famiglia, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

Specificato questo, spontanea sorge una domanda: come si ottiene questo importante sussidio? Per ottenere il sussidio si dovrà compilare una domanda da inoltrare all’INPS, seguendo tutte le modalità definite dallo stesso Istituto, nel rispetto delle risorse attribuite a ciascuna Regione / Provincia autonoma. L'importo sarà compatibile con il Reddito di cittadinanza e sará erogato per ben 12 mensilità. Per l’avvio definitivo della misura a questo punto si attendono le istruzioni INPS circa la trasmissione delle domande e le modalità di pagamento.

Come si é giá detto tre milioni di euro di risorse attribuite dal Decreto “Rilancio”, sono destinate a finanziare il cosiddetto “Reddito di libertà”, contributo fissato in 400 euro mensili pro capite, erogato per dodici mensilità a beneficio di donne nelle seguenti specifiche condizioni: 1) vittime di violenza; 2) sole o con figli minori;3) seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali nell’ambito dei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. Il DPCM con l'istituzione del Reddito di libertà soddisfa uno scopo ben preciso, ossia quello di sostenere “prioritariamente le spese per assicurare l’autonomia abitativa e la riacquisizione dell’autonomia personale nonché il percorso scolastico e formativo dei / delle figli / figlie minori”.

Questo é un passo importante, fondamentale, un PASSO NECESSARIO. Il sussidio, pensato per sostenere l’autonomia delle donne, è riconosciuto previa istanza all’INPS dell’interessata, la cui condizione di bisogno straordinaria o urgente è dichiarata dal servizio sociale professionale di riferimento.

Ovviamente non potrà essere accolta più di una domanda relativa alla medesima beneficiaria, presentata nella stessa o in altra regione. Alla richiesta dovrà essere allegata la seguente documentazione: la dichiarazione firmata dal rappresentante legale del Centro antiviolenza che ha in carico l’interessata, che ne attesti il percorso di emancipazione ed autonomia intrapreso e la dichiarazione del servizio professionale di riferimento, atta a rilevare lo stato di bisogno legato alla situazione straordinaria o urgente.

Le modalità di trasmissione delle domande saranno oggetto di apposita comunicazione INPS. Una volta accolta dall’INPS la richiesta di sussidio, questo sarà corrisposto dall’Istituto con le tipologie di pagamento dallo stesso definite e rese note, entro il limite delle risorse pubbliche assegnate a ciascuna regione. Nel rispetto della politica dell'INPS in presenza di motivi ostativi, l’ente previdenziale si riserva di procedere alla revoca del contributo erogato. Posto quanto sopra appare chiaro quanto necessario diventi il raccordo tra servizi sociali e utenza, quanto fondamentale sia la rete sociale attorno ad una vittima di violenza.

Con la profonda speranza che iniziative del genere siano sempre in aumento e che vengano realmente realizzate e non si arenino dietro cavilli burocratici, dico a gran voce di non abbassare la testa e far finta di nulla ma tenerla alzata, denunciamo e supportiamo chi vuole denunciare e soprattutto inforniamo, DIFFONDIAMO INFORMAZIONE.

Maria Elena Bianco

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