Da quando è nata l'associazione Partanna 'mpinta a mala banna promuove la tradizione e la storia del nostro comune, attraverso racconti, poesie, brani, musica, aneddoti, disegni e immagini creando un progetto che inviti i cittadini a voler un pezzo della propria storia dentro casa. Questo progetto sino ad ora è stato un calendario. Quest'anno l'associazione vuole misurarsi presentando un progetto innovativo: l'agenda Partannisa.Il tempo e le storie fuse in un progetto che tiene la mano al passato ma che strizza l'occhio al nuovo.
Ebbene sí, la tradizione incontra la modernità. In questo modo i racconti delle persone scelte e la tradizione scandita da brani, proverbi e detti e disegni possono essere portati con se in quel piccolo oggetto che in molti usano per segnare date e appuntamenti e che hanno sempre con sé. Una Agenda Partannisa che ci ricordi che nel tram tram della nostra quotidianità ci si può prendere un minuto per pensare a ciò che siamo stati e ci ha condotto sino a qui. La presidente Giuseppina Trinceri dichiara: " È stata una scelta nuova, voluta, che il gruppo ha deciso di portare avanti forte del fatto che "insieme" si può osare.
Ogni tanto cambiare può far bene specie se si vuole restare fedeli a sé stessi ma si vuole anche offrire sul territorio una proposta nuova. Le novità fanno sempre bene...ed il cambiamento talvolta va abbracciato con fiducia".L'associazione Partanna 'mpinta a mala banna presenterà l'agenda Partannisa DOMENICA 18 DICEMBRE presso i locali del Castello Grifeo alle ore 18. Tutta la popolazione è invitata a partecipare. E tutto il gruppo Giuseppina Trinceri, Santina Ognibene, Giovanni Buscaglia, Giovanni Piazza, Antonino La Commare, Mariella Serio, Giacomo Mendolia e Maria Elena Bianco vi aspettano per onorare Partanna e i suoi concittadini.
A chi conosce la dovizia con cui l'associazione assembla informazioni, a chi ama sapere del nostro comune, a chi è semplicemente curioso non resta che partecipare.
Io ce l’avevo nella memoria tutto quanto, ero io stesso il mio paese: bastava che chiudessi gli occhi e mi raccogliessi… per sentire che il mio sangue, le mie ossa, il mio respiro, tutto era fatto di quella sostanza e oltre me e quella terra del mio paese non esisteva nulla.(Cesare Pavese)