Disabili e sostegno

Davvero non ha importanza la continuità didattica?

Redazione Prima Pagina Partanna
Redazione Prima Pagina Partanna
23 Ottobre 2022 10:02
Disabili e sostegno

Mi ha molto colpito il servizio delle Iene sul caso del bambino Jacopo, un diciassette speciale, e della scelta di sua mamma Maria Grazia; questa storia è diventata un caso nazionale perché questa mamma (coraggiosa e combattente) ha tolto il figlio Jacopo, 17 anni, affetto da una forma non verbale dello spettro autistico, dal suo istituto di Bari dopo che erano stati cambiati ben 17 insegnanti di sostegno. Beh, 17!!! Questa storia forte, vera e difficile, diventa occasione per una riflessione seria su quali siano i molti problemi della nostra scuola nel sostegno (a partire dalla necessità di specializzazioni) e anche per riflettere su certe incongruenze che recano danno ai disabili. Partiamo da un presupposto importante.

I bambini e gli adolescenti speciali frequentano la scuola ed il processo di inclusione degli alunni con disabilità "dovrebbe" garantire la continuità dei docenti di sostegno. Dovrebbe tra virgolette perché di fatto è utopia. Purtroppo quando si fa riferimento ai docenti con contratto determinato e in alcuni casi anche a quelli con contratto indeterminato, la continuità didattica rimane solo un buon proposito, scritto sulla “carta” ma che trova difficoltà nella sua realizzazione.

E questo a discapito degli bambini, degli alunni e degli studenti (pensando al disabile in ogni ordine e grado di scuola).

La legge n. 107 /2015 all’art 1 comma 181 lettera C n. 2, stabilisce quanto segue: "la revisione dei criteri di inserimento nei ruoli per il sostegno didattico, al fine di garantire la continuità del diritto allo studio degli alunni con disabilità, in modo da rendere possibile allo studente di fruire dello stesso insegnante di sostegno per l’intero ordine o grado di istruzione”.

Dopo due anni e precisamente il d.lgs. n. 66/17 (Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità) all’ art.14 comma 3 prevede che:

Al fine di agevolare la continuità educativa e didattica di cui al comma 1 e valutati, da parte del dirigente scolastico, l’interesse della bambina o del bambino, dell’alunna o dell’alunno, della studentessa o dello studente e l’eventuale richiesta della famiglia, ai docenti con contratto a tempo determinato per i posti di sostegno didattico possono essere proposti, non prima dell’avvio delle lezioni, ulteriori contratti a tempo determinato nell’anno scolastico successivo, ferma restando la disponibilità dei posti e le operazioni relative al personale a tempo indeterminato, nonché’ quanto previsto dall’articolo 1, comma 131, della citata legge n. 107 del 2015."

In seguito al pressing messo in atto dalle famiglie degli alunni con disabilità, nel 2019 si giunse ad un accordo tra Ministero ed Osservatorio ministeriale sull’inclusione scolastica su un testo che prevedeva la continuità didattica almeno per un secondo anno con i docenti supplenti, nel rispetto delle graduatorie, ai fini delle nomine su posto di sostegno, ma derogando alla priorità di scelta della sede che rimaneva coperta per il secondo anno dal supplente in continuità. Purtroppo, tale bozza di regolamento ebbe parere negativo da parte del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione e da allora il tutto, sembra essersi perso nei meandri del ministero, complice in qualche modo anche la Pandemia che ha in qualche modo oscurato la questione.

Sta di fatto che il diritto degli alunni alla continuità didattica continua ad essere leso. Alla luce di questo è necessario che sul punto ribadire che la mancanza di continuità didattica dello stesso insegnante negli anni seguenti risulta essere un vero e proprio problema sia per il disabile a scuola che per la famiglia. Inoltre, merita menzione il fatto che un numero sempre maggiore di insegnanti non specializzati da tempo vengono affidati ai disabili. Questo comporta disagio, su tutti i fronti. Di fatto vi è una tutela sindacale sbilanciata a sfavore dell'utenza, va detto e certo è che sul punto si è evidenziata negli anni una certa "inspiegabile" inerzia politica... Tutti questi sono fattori che incidono negativamente sull'apprendimento, sulla socialità, sulla crescita, sull'inclusione del disabile all'interno delle mura scolastiche.

Oggettivamente questo è nei fatti un disservizio gravissimo, che danneggia in modo particolare le figure più deboli, quelle che maggiormente avrebbero bisogno di relazioni stabili e sicure... Non demordiamo. L'inclusione è una materia in perenne movimento ed è un orizzonte a cui tendere quindi dobbiamo sperare che ci sia sempre quel passo avanti da fare per migliorare la vita di questi ragazzi speciali.

"Le scuole sono il luogo più sacro. Lì c’è tutto il cuore, lì ci sono tutti i germogli, lì c’è tutto il futuro, lì ci sono tutti i figli" CIT.

Maria Elena Bianco

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