Caro lockdown, non ci hai insegnato nulla

Redazione Prima Pagina Partanna
Redazione Prima Pagina Partanna
17 Ottobre 2020 08:00
Caro lockdown, non ci hai insegnato nulla

Mi siedo al computer con diversi argomenti su cui parlare tipo aborto, Jonathan Galindo, obesità infantile, ludopatia eppure io in testa ho solo un pensiero: l’esponenziale aumento dei contagiati dal Covid. E, quindi, anche per onestà con me stessa preferisco scrivere di questo ed evitare di perdere tempo con argomenti non meno importanti ma non attualissimi come l’aumento dei contagi. Ma come è possibile che solo due giorni fa eravamo 2000 casi ora siamo arrivati ad oltre 10000 casi??? Questo fatto mi fa sentire davvero un forte senso di smarrimento.

Senso di smarrimento. Se prima stavo più tranquilla perché vicino a me non c’erano casi adesso no, non sto tranquilla. Da settimane io soffro d’insonnia, lo confesso. Potrebbe essere colpevole l’ansia da Covid? Certo che si. Da quando persone che conosco sono risultate positive al tampone io ho paura. Mi son detta: “cavolo, lei/lui????”. Da quando il contatore sale vertiginosamente io ho paura. Non ho mai amato i numeri, men che meno oggi. Io adesso so con certezza che il virus potrebbe beccare anche me.

Che triste certezza. Al di là dei possibili sintomi (di cui ho paura) ho paura dell’impatto psicologico, non solo su di me ma anche su chi mi circonda. Avete idea come sta una persona positiva al tampone? Ad aggravare questo l’ansia alimentata a palla da tutto ció che mi circonda. In tribunale i giudici (non tutti ancora...) optano per la trattazione con note scritte per agevolare il loro lavoro ed il nostro di legali ed evitare assembramenti inutili. Nei negozi distanza, gel antibatterico e mascherina e paura di chi sta dentro come me.

La scuola che invia autocertificazioni che fanno aumentare i dubbi in modo energico. Mi spiego. Allora, ipotesi, mio figlio sta a casa un giorno perché aveva troppo sonno eppure devo compilare una autocertificazione in cui davvero fatico a non avere dubbi su quello che ha avuto o non avuto mio figlio e mi fermo a riflettere sul serio su ogni sintomo (tipo 20) elencato. Mi fermo anche io che so che mio figlio non è andato a scuola perché non è riuscito a svegliarsi. Tutte le indicazioni che devo fornire alla scuola mi mettono ansia.

La pediatra poi a cui possibilmente mi rivolgo per essere confortata, mette il carico: nel dubbio fai il tampone. Poi, altra fattispecie, mio figlio torna a casa e dice “mamma sai la maestra ci ha misurato la febbre oggi ed io non ne ho”. Ed il mio cervello (sfido qualunque mamma a smentirmi!) immediatamente non pensa che le maestre attuino protocolli idonei a proteggere i bimbi, no, il mio cervello va in tilt in un nano secondo. Pensa vorticosamente al peggio. Pensa che ci sono sospetti in giro, che un potenziale positivo nella scuola si aggirava vicino alla classe di mio figlio, che le maestre possono essere positive, che tutti i compagno di mio figlio potrebbero essere positivi, che tutti pensano che mio figlio possa essere positivo...che la scuola sta chiudendo, etc etc.

Poi mi fermo, rifletto, capisco che sto esagerando e mi dico: le maestre fanno quello che devono fare. E lo devono fare. Punto. Mio figlio è piccolo e so abitua senza problemi. Il vicino di casa viene carinamente a portarmi un po’ di frutta o verdura del suo orto e lo ringrazio dalla finestra senza potergli stringere la mano e andando ben oltre il metro di distanza. Per lavoro tocco carta, fascicoli, documenti con sospetto mai avuto prima e igienizzo le mani una, due, tre, quattro, dieci, venti volte.

Ora dico si puó continuare così? No. Come fermare questo disagio, questa ansia, questa labilissima e quasi finta serenità? Non lo so, di certo il lockdown non ce lo ha insegnato. Non ha potuto o non ha saputo. Eh no, perchè in quel periodo Codogno, Brescia, Bologna, mentre ci consumavamo a fare pizze, pane, dolci e frittelle ci sembravano lontane come realtà. In ogni regione e\o provincia il lockdown ha avuto colori diversi. Adesso no. Anche Partanna potrebbe diventare Brescia. D’altronde ad agosto zero positivi e poi d’improvviso uno, tre, sei, dieci, quindici...

Oh, son mica pochi! Niente, il virus ha deciso di viaggiare anche sul territorio del Castello Grifeo. ...onestamente a me l’idea di comprare il lievito e fare pizze di nuovo mi terrorizza. Sarebbe la conferma che i contagi sono di nuovo fuori controllo, e che i positivi aumentano al punto da dovermi barricare a casa per proteggermi e per difendere la mia famiglia. A me fa paura. Io che non credevo di avere paure. Sino ad ora. Ritorneremo come prima? Questa domanda mi punge spesso e volentieri.

Mi rende amara la bocca. Non lo so davvero. In tutto questo sono diventata polemica con chi a mio avviso (uso come punto di partenza il mio buon senso e la mia paura prima ancora che ció che letteralmente è contenuto in leggi e protocolli) è superficiale, è disattento, è leggero, è stupido. Stupido e pericoloso. Diciamolo, mica se mentre mi parli abbassi la mascherina e fai finta di niente ti reputo intelligente eh? O se mi porgi la mano per salutare? O se ti avvicini troppo? O se mi inviti con altre venti persone? No, anzi, e quindi non perdo, per nulla al mondo, l’occasione di dirlo e di sottolinearlo.

E non prendiamoci più in giro. Non tutti abbiamo la stessa paura, non tutti siamo diligenti, non tutti siamo responsabili e protettivi. Si puó essere responsabili anche per gli irresponsabili? Credo di no. A bisogna perseverare. Non trovate davvero ridicoli quelli che si preoccupano della possibilità che chiudano le scuole o uffici e poi girano con le mascherine al polso, organizzano feste e festini, vanno al bar e chiacchierare senza mascherina, fare come nulla fosse? Mi viene da dire che ho proprio paura della stupidità altrui.

Tanto. Tanto da non dormirci la notte. Cosa fare? Nulla, restare asociale e riservata e con la mascherina. Se solo penso da quanto non abbraccio mie amiche care, o i miei suoceri, o mia cognata. Unico contatto fisico marito e figli. A peggiorare il mio stato d’animo e mentale una certa “timidezza” ed incertezza del governo. Insomma a marzo ci stava che non si sapesse come procedere ma A OTTOBRE NO. Intollerabile. Allo smarrimento si associa l’insicurezza. Questa cosa mi disorienta ancor di più, mi taglia in due.

Conte dice una cosa, alcune regioni dicono e fanno altro. Credo che tutto questo valga a diversi livelli. La politica non dovrebbe sostenere? Non dovrebbe decidere con chiarezza? A mio modesto parere senza lungimiranza non c’è politica. La politica che non guarda oltre non è politica ed è dannosa. Oggi più che mai ne sono convinta. Scrivo, scrivo, scrivo e sento amarezza, sconforto, annichilamento. Adesso inspiro ed espiro, inspiro ed espiro, e penso che ho buttato fuori quello che sentivo dentro senza filtri.

Non sto meglio, anzi, ma ne avevo bisogno. Avevo bisogno di dirlo per aiutarmi a resistere, a non mollare, a fare il giusto, a sentirmi più forte nella mia comunità e non più debole. Il lockdown questo a me lo ha insegnato: quello che faccio per me, principalmente per me, lo faccio anche per tutti gli altri. Maria Elena Bianco

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