Riportiamo quanto si legge attraverso la pagina Facebook dell'Associazione "Rita Atria": Iniziativa dell’Associazione Rita Atria ed Anna Maria Atria, sorella di Rita Atria.
Il 26 luglio saremo presenti a Viale Amelia, come ogni anno, in forma "privata". L'anno scorso scrivevamo: «La memoria attiva è un percorso continuo e spesso difficile. Il racconto della storia di Rita Atria è un impegno serio e profondo». Il nostro modo di onorare la memoria di Rita consiste nel cercare la verità, che ormai conosciamo, e la giustizia. Non siamo interessati all'esercizio della retorica e del narcisismo celebrativo.
Pertanto, insieme ad Anna Maria Atria, sorella di Rita, abbiamo presentato il 23 luglio alla Procura Generale della Corte di Appello di Roma, tramite l'Avvocato Goffredo D’Antona, una richiesta di avocazione delle indagini sulla morte della giovane testimone di giustizia. Questa richiesta si rende necessaria dopo due anni di silenzio, nonostante un esposto e due integrazioni allo stesso, e una consulenza medico-legale che avrebbe dovuto riaprire il caso senza indugi.
L'Avv. Goffredo D’Antona sottolinea come «l’istanza sia doverosa ai fini dell’accertamento della verità sulle cause del decesso della giovanissima testimone di Giustizia, stante la non attività della Procura di Roma, che nonostante una formale istanza di riapertura delle indagini, accompagnata da consulenze tecniche e da una serie di approfondite riflessioni, non ha comunicato lo svolgimento di alcuna attività investigativa ed anzi la “nuova denuncia” depositata nel giugno del 2022 è stata iscritta nel modello 45, ovvero quello relativo alle pseudo notizie di reato. Una stasi processuale che è inaccettabile per le odierne persone offese, ma soprattutto che non rende giustizia ad una ragazza che si era affidata allo Stato e da questi evidentemente abbandonata».
Ricordiamo inoltre il silenzio assordante, ormai da anni, riguardo alla campagna lanciata dall’Associazione per il conferimento della cittadinanza onoraria di Roma a Rita e l’intitolazione dell'area verde in Viale Amelia con il toponimo "Giardino Rita Atria – Testimone di giustizia e vittima innocente della mafia (1973 – 1992)". L'anno scorso scrivevamo: «Si tratterebbe di segnali fondamentali e tangibili sul territorio, proprio lì nel luogo dove la vita di Rita e la sua testimonianza si è interrotta».
Non è cambiato nulla... tranne il trascorrere del tempo. Che però noi tracciamo senza risparmiarci e senza risparmiare responsabilità. Il 26 luglio saremo a Partanna e a Roma, in Viale Amelia, esclusivamente in forma "privata", come denuncia di questo silenzio assordante, che continueremo a spezzare con le nostre voci, con la nostra testimonianza collettiva. Una testimonianza scomoda e spesso costellata di difficoltà, ma ciò ci induce ad andare avanti, «senza scappare, senza tradire, senza corruzioni o sottomissioni, a testa alta, orgogliosamente» (Pippo Fava).
Desideriamo sottolineare come questo silenzio sia oggi assecondato anche da chi continua a dare voce alle narrative fantasiose e prive di qualsiasi riscontro oggettivo. Ricordare Rita senza chiedere giustizia rimane per noi un grande atto di ipocrisia e ignavia.