‘Cu mali ha fattu, mali aspetta’

Redazione Prima Pagina Partanna
Redazione Prima Pagina Partanna
07 Luglio 2020 12:58
‘Cu mali ha fattu, mali aspetta’

Quante volte abbiamo sentito dire 'cu mali ha fattu, mali aspetta’? Ma realmente conosciamo l’essenza di questo proverbio? Letteralmente, con il detto, si intende ‘Chi ha recato del male a sua volta deve aspettarselo’ è l’idea base della ruota gira per tutti ossia del karma. L’espressione è frequentemente usata ma spesso pecca di una corretta collocazione all’interno di un discorso. ‘Cu mali ha fattu, mali aspetta’, lo si dice quando qualcuno subisce un torto ed irato si affida alle braccia del destino sperando che esso possa ripagare con la stessa moneta.

La legge base riguarda le azioni di causa-effetto secondo la quale ciò che dai oggi sarà quello che riceverai un domani. Il detto, tipicamente siciliano, si affianca all’ambivalente versione del ‘Mali un fari e paura unn’aviri’ ovvero ‘Se non rechi del male non potrai avere paura’. Tutto si concentra sull’ideologia del non suscitare del male nei confronti del prossimo poiché il male porta male e il bene porta bene. Il detto, com’è ben risaputo, nel dialetto siciliano viene considerato quasi un intercalare all’interno di un discorso o periodo appunto per questo, chi ascolta viene pervaso da una scia di stupore che spesso sfocia in una risata.

Di rilevante importanza è il fatto che non viene semplicemente citato da tutti coloro che ritengono il siciliano come la propria lingua madre o natìa ma è anche ben conosciuto nel lessico giovanile, a tratti mal pronunciato ma pur sempre semanticamente valido e dirompente. “Non si può asciugare l’acqua con l’acqua, non si può spegnere il fuoco con il fuoco, quindi non si può combattere il male con il male.” Queste sono le parole che lo scrittore e giornalista partenopeo Roberto Saviano propone ai suoi lettori.

Tale affermazione ci porta ad intraprendere un percorso che parallelamente si affianca alla tesi di partenza del ‘chi ha fatto del male deve aspettarselo a sua volta’. Ci siamo mai chiesti che ripercussioni possono avere le nostre azioni malevoli? Sicuramente errare humanum est (commettere errori è umano), poiché, durante il corso della nostra vita siamo portati a compiere degli errori che spesso ci rivelano delle svolte inaspettate sul nostro futuro ma, d’altro canto, perseverare autem diabolicum (perseverare, nell’errore, è diabolico) dunque commettere gli stessi sbagli o come meglio dire restare ancorati a quell’ideologia che ci porta a pensare che solo con il male si possono raggiungere grandi traguardi è prettamente inadatto e inappropriato.

È bene evidenziare come, partendo da un proverbio tipicamente divenuto conformista e addirittura in voga, possiamo aprire a nuovi orizzonti il nostro modo di pensare ma soprattutto di agire. Dunque, ‘cu mali ha fattu, mali aspetta’ non è una semplice esclamazione dialettale che provoca buon umore a prescindere dal proprio significato ma, sicuramente, è un insegnamento di vita, quella ‘retta via’ che ci aiuta a distinguere il bene dal male, l’onesta dalla disonestà e la benevolenza dall’astio.

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