La Germania risarcirà i familiari di un partannese deportato dai nazisti
La Repubblica Federale di Germania è stata condannata a risarcire circa 80.000 euro agli eredi di Pietro Buscetta, un allievo finanziere partannese, catturato dai militari nazisti durante la seconda guerra mondiale e deportato in un campo di detenzione in Germania. Impegnato in operazioni belliche al confine italiano lungo i Balcani, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, Buscetta avrebbe dovuto fare ritorno a casa, ma, come altri 600 mila militari italiani, fu catturato in territorio italiano dai militari tedeschi, ancora presenti nel Nord Italia, e deportato in un campo di detenzione in Germania.
Il Tribunale di Sciacca lo ha riconosciuto vittima di deportazione, prigionia di guerra e riduzione in schiavitù da parte del regime nazista. Il nostro concittadino rimase prigioniero del Terzo Reich per ben due anni, durante i quali venne ridotto in stato di sostanziale schiavitù, privato dello status di prigioniero di guerra, costretto a lavori usuranti e non retribuiti, denutrito, percosso, privato delle scarpe e sottoposto a pessime condizioni igieniche. Un nipote, sentito come testimone durante il processo, ha ricordato quanto riferitogli dallo zio quando ricordava come fosse stato costretto “a mangiare bucce di patate o erbacce”, come fosse stato “bastonato a sangue” quando non riusciva a raggiungere gli obiettivi di produzione del campo di detenzione o come avesse tentato la fuga insieme ad altri prigionieri venendo sorpreso dai nazisti che iniziarono a sparare contro di loro.
Buscetta si salvò perché si finse morto. Riuscito finalmente a scappare, tornò a casa dopo un viaggio lungo e difficile, in parte a piedi in parte con mezzi di fortuna, giungendo a Partanna denutrito e irriconoscibile. I familiari erano difesi dall’avv. Vito Passalacqua. Durante il processo l’Ambasciata tedesca in Italia aveva invocato l’immunità giurisdizionale in quanto stato estero ma l’eccezione non è stata accolta e il tribunale ha condannato da Repubblica Federale di Germania “quale governo successore del Terzo Reich”. L’avv.
Vito Passalacqua, contattato dalla nostra redazione, ha dichiarato: "A prescindere dal risultato positivo ottenuto, sono felice soprattutto di aver difeso i diritti di una vittima di efferati crimini di guerra. Ringrazio i familiari di avermi concesso l'opportunità e l'onore di svolgere il mio ruolo di avvocato a tutela, ancorché tardiva e risarcitoria, di diritti fondamentali quali la libertà e la dignità dell'essere umano".