Proverbi siciliani: la quadara e lu mezzaranciu

Redazione Prima Pagina Partanna

Ci dissi la quadara a lu mezzuaranciu: “vattinni p’agghiri dda se no mi tingiu”.

Ha detto la quadara al mezzo arancio “spostati verso là altrimenti mi sporco”

Iniziamo con il dire che la quadara e lu mezzuaranciu, per chi non lo sapesse, sono pentole di rame stagnate all’interno, dove si cucinava; la quadara è un po’ più grande di lu mezzu aranciu, a sua volta chiamato così per via della sua forma che ricorda la metà di un’arancia. Una volta si cucinava a legna per cui le pentole che si usavano frequentemente erano sempre annerite perché sporche di fuliggine e al solo sfiorarle ci si “mascariava” e poi pulirsi diventava un problema. La quadara era quella che si usava di più per cui stava sempre sul fuoco a differenza delle altre che usate meno erano belle lucidate, pulite e conservate in bella vista in modo tale che chi capitava in quella stanza potesse pensare e quindi riferire di quanto erano “pulituna” le donne di quella casa.

Quando mi è stato riferito il proverbio me lo sono fatto ripetere più volte perché trovavo più logico che fosse lu mezzaranciu a dire “vattinni p’agghiri dda…” evidentemente è da intendersi in senso ironico e quindi riferito a quelle persone precisine e perfettine che hanno la puzzetta sotto il naso e che stanno attente a non relazionarsi con quelli che ritengono a loro inferiori, per cui i destinatari sentendo addosso questa loro ritrosia, a mo’ di sfottò e accompagnandosi qualche volta con una mimica facciale di circostanza sparano la battuta facendo intendere che sono loro a non volersi in alcun modo contaminarsi di quel loro atteggiamento superbo e poco sociale)