In fiamme la Pagoda di Calatafimi Segesta. Autocombustione o incendio doloso?

Redazione Prima Pagina Partanna

Sgomento, preoccupazione, tristezza. Sono questi i sentimenti espressi dai cittadini di Calatafimi - Segesta dopo avere appreso dell’incendio della Pagoda nella piazza Nicolò Mazara, un chiosco che da oltre 10 anni rappresentava un luogo di aggregazione sociale. La Pagoda è andata completamente distrutta dalle fiamme durante la notte tra il 30 giugno e il primo luglio.  Restano da accertare le cause sulle quali stanno indagano i carabinieri della stazione locale. Della struttura in legno resta ben poco.

I vigili del fuoco dei distaccamenti di Alcamo e Trapani che hanno lavorato circa tre ore ma il pub è andato distrutto. Si indaga sulla matrice dell’incendio, alcuni ipotizzano l’autocombustione anche se il locale era chiuso da tempo, altri l’incendio doloso. La vicenda lascia numerosi dubbi. La titolare dell’impresa è Giovanna Coraci moglie di Paolo Simone che negli ultimi tempi stava portando avanti una battaglia per far si che l’area archeologica di Segesta avesse un parcheggio gratuito.

Proprio Paolo Simone era stato oggetto di alcune intimidazioni e soprusi che lo hanno portato nelle ultime settimane ad abbandonare la sua campagna di sensibilizzazione. Perplesso anche l’ex candidato sindaco Nicola Cristaldi che sul suo profilo personale scrive:   Dopo la chiusura del parcheggio pubblico, avvenuta anni fa, la nuova area di sosta su territorio comunale ( e inserita nel piano regolatore)  è gestita da due soci, di cui uno è Francesco Isca, imprenditore indagato per mafia nel caso Arata.

Paolo Simone intanto scrive: La pagina “Ripartiamo - Calatafimi, giovani e futuro  triste” scrive: “A Calatafimi l'aria non è più la stessa, è diventata pesante, e di certo non per colpa dell'incendio”. Al di là delle congetture si attendono verifiche e prove sulla matrice dell’incendio. Nell’area però non vi sono telecamere pubbliche.