Belìce, i giovani si prendono la responsabilità che manca: “Noi la voce del territorio”
L’ospedale di Castelvetrano, un tempo presidio strategico per l’intera Valle del Belìce, è stato declassato a presidio di base nelle ultime riforme della rete ospedaliera. Le bozze più recenti hanno confermato e in alcuni punti persino aggravato questo ridimensionamento, avvicinando la struttura a un modello di ospedale “minimo”, con gravi conseguenze per un bacino che supera le 100.000 persone e che oggi rischia di non avere più un pronto soccorso pienamente operativo o reparti essenziali garantiti.
Proprio mentre il territorio avrebbe bisogno di una rappresentanza forte e determinata, il Belìce si trova senza un deputato regionale che sieda all’ARS e difenda queste istanze. Ed è in questo vuoto politico e istituzionale che i giovani hanno scelto di farsi avanti e assumersi la responsabilità diportare la voce del territorio ai tavoli decisionali. Il Coordinamento Giovani della Valle del Belìce, nato nel 2020 come organo parallelo al Coordinamento dei Sindaci, è oggi una realtà stabile che riunisce ragazze e ragazzi dei diversi comuni del comprensorio.
Fin dalla sua nascita ha avuto l’obiettivo di affiancare le istituzioni locali e portare la voce delle nuove generazioni sui temi cruciali per il futuro del territorio, a partire dalla sanità. «Il Belìce paga lo scotto di non avere oggi un deputato regionale – spiega Michele Simplicio, Coordinatore dell’organo – e noi ci siamo assunti la responsabilità di portare queste istanze nei palazzi dove si prendono le decisioni. Non per bandiere di partito, ma per garantire un diritto fondamentale: la salute.» L’impegno del Coordinamento ha anche varcato i confini regionali: a maggio scorso, infatti, una delegazione guidata da Simplicio si è recata a Roma, presso la Camera dei Deputati, per consegnare un dossier dettagliato sulla situazione sanitaria del Belìce, con analisi e proposte per restituire al presidio di Castelvetrano un ruolo centrale: «Il nostro obiettivo è chiaro – continua Simplicio –:fermare il processo di smantellamento e restituire al territorio un ospedale funzionante, con reparti attivi e la garanzia che chi vive qui possa curarsi vicino casa, senza affrontare trasferte onerose e spesso anche fatali.» Dichiarazioni che non assumono per nulla il classico carattere di circostanza, ma che sono la base di un lavoro portato avanti da mesi, che ha visto il coinvolgimento di cittadini, amministratori, professionisti della sanità per costruire una piattaforma comune di proposte.
I giovani, dunque, non si limitano a denunciare ma si impegnano a trasformare queste richieste in risultati concreti. La convinzione è che solo un territorio unito possa avere la forza di farsi ascoltare. «Saremo presenti – annuncia Simplicio – anche ad altre iniziative di protesta promosse dai Sindaci e dai Presidenti dei Consigli comunali: sit-in, manifestazioni, qualsiasi azione che possa dare forza a questa battaglia.» Per diversi commentatori, questa impostazione rappresenta un ritorno a un’idea di politica vicina alla gente, fatta di partecipazione e mobilitazione dal basso.
Un impegno che stride con l’atteggiamento di chi, invece di unire, preferisce dividere o usare la sanità come strumento di scontro politico: «Mentre ci sono politici che preferiscono spiegare quale sia l’ABC della politica, o chi sui social anziché apprezzare ciò che i giovani stanno facendo – anche andando oltre le loro competenze – si limita a strumentalizzare e partiticizzare la vicenda, noi continuiamo a lavorare. Attaccare l’attuale Governo regionale può sembrare facile, ma non si può ignorare che il progressivo smantellamento degli ospedali del nostro territorio è iniziato anni fa, sotto un governo regionale di sinistra, con un Assessore alla Sanità che era per giunta della provincia di Trapani.» Proprio per evitare che questa diventi l’ennesima occasione di scontro sterile, il Coordinamento punta a trasformare il malcontento in proposte operative e azioni concrete.
«Noi non siamo qui per fare propaganda – conclude Simplicio – ma per dare risposte concrete. Per questo, già nei prossimi giorni, incontreremo la Commissaria dell’ASP di Trapani, Sabrina Pulvirenti, e il Presidente del Libero Consorzio, Salvatore Quinci, così da rafforzare un confronto che non guardi solo al singolo comune ma all’intero comprensorio: superare i campanilismi e costruire una piattaforma di proposte unitarie per tutto il Belìce, affinché la Regione non possa più ignorare il grido di questo territorio.» Per Simplicio e per il Coordinamento dei Giovani questa è una battaglia che va oltre le appartenenze politiche: «Chi cerca di screditare i giovani si rassegni.
Noi continueremo finché l’ospedale del Belìce, non sarà riportato al livello di dignità che merita. Questa non è una battaglia di destra o di sinistra; è una battaglia per la vita delle nostre comunità.»