“Trapani Urbs Invictissima”: alla scoperta di San Liberale

Redazione Prima Pagina Partanna
Redazione Prima Pagina Partanna
05 Luglio 2020 11:37
“Trapani Urbs Invictissima”: alla scoperta di San Liberale

Ottava puntata della rubrica storica che approfondirà le origini dei quartieri trapanesi: un ritorno al passato per conoscere meglio la storia della città dei due mari e delle strade che quasi ogni giorno percorriamo. Il Rione Cappuccini – che racchiude le “Baracche” e il quartiere San Francesco – comprende tanti monumenti molto importanti per Trapani e per il turismo come la Torre di Ligny, la Chiesa di San Francesco o la Colombaia. Tra queste strutture occupa un posto molto speciale, nel cuore di quasi tutti i trapanesi, una piccola Chiesetta in riva al mare: quella di San Liberale (o San Liberante). La Chiesa venne costruita in tufo di Favignana – una roccia di consistenza spugnosa, formata dall’unione di ceneri vulcaniche – alla fine del 1600 a opera dei pescatori di corallo che la dedicarono a San Liberale, protettore dei pescatori e dei corallai. Una leggenda popolare afferma che venne dedicata al santo, abate del monastero di Galsa trucidato nei pressi di Cartagine per non aver rinnegato la propria fede cristiana, perché alcuni marinai trapanesi, che si erano avvicinati al luogo dove era avvenuto il martirio, pescarono grandi quantità di corallo e ne attribuirono il merito al sangue innocente del martire.

Ritornati a Trapani, i pescatori sbarcarono il prezioso carico nel luogo dove oggi sorge la Chiesa, motivo per cui vollero edificare lì un luogo di culto in onore del Santo. Dopo la sua costruzione, la Chiesa diventò protagonista di molte tradizioni trapanesi. Una di queste avveniva l’indomani della Pentecoste. I pescatori, naviganti e gli artigiani si davano appuntamento per una scampagnata fuori porta, la cosiddetta “scialata”, e stavano attorno alla “frazzata”, una grande coperta dove venivano collocate uova sode, frittata, pesci e fave.

Un’altra tradizione, invece, afferma che quella di San Liberale sia la Chiesa degli innamorati che, se si promettono amore davanti la struttura, convoleranno a nozze entro un anno. Oltre alle tradizioni, la Chiesa di San Liberale era una vera e propria istituzione soprattutto per i bambini della zona che, prima di fare il bagno sugli scogli, andavano a pregare il santo affinché non accadesse nulla. Con il tempo, però, molte cose sono cambiate.

Come il mulino, affiancato alla Chiesa e a Torre di Ligny, che non esiste più. O come la facciata della Chiesa, abbattuta per sicurezza perché l’azione del mare aveva fatto marcire il tufo. O, ancora, come la campanella in cima alla facciata della Chiesetta, rubata sette anni fa da qualcuno che, sicuramente, non apprezza abbastanza la storia e le tradizioni della propria città. La Chiesa di San Liberale, che nonostante gli anni e la vicinanza al mare rimane ancora in piedi, è la metafora che più si avvicina alla Trapani di un tempo. Quella Trapani che non c’è più, ma che rimane ancora in piedi grazie al ricordo di tutti coloro che la rammentano e che sperano per una Trapani migliore dove non vengono rubate le campane di una Chiesa, ma ci si incontra tutti attorno a una coperta per una scampagnata fuori porta. Chiara Conticello *Foto di Enrico D'Amico, Giuseppe Vella e Salvatore Christian Bartoli

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