Trapani, bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio, la GdF arresta un imprenditore

Redazione Prima Pagina Partanna
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08 Gennaio 2021 17:59
Trapani, bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio, la GdF arresta un imprenditore

In data odierna, in esecuzione del decreto di ordinanza applicativa di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Trapani, Dott.ssa Caterina BRIGNONE, i militari del Comando Provinciale di Trapani hanno proceduto all’arresto di D.M., imprenditore trapanese di 58 anni operante da anni in città nel settore della vendita e distribuzione di acqua potabile e non, per bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. Il provvedimento scaturisce a seguito di approfondite attività d’indagine poste in essere dal Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Trapani le quali avevano già determinato, nell’ottobre del 2019, il sequestro del compendio aziendale della società DBM   amministrata di fatto dal soggetto arrestato, per un valore di circa 945.000 euro, la quale era stata dichiarata fallita dal Tribunale di Trapani in data 10.5.2018.

Le attività ispettive dei militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trapani hanno consentito di verificare la totale inosservanza degli obblighi fiscali e previdenziali da parte della società DBM Srl, costituiti principalmente dalle omesse dichiarazioni fiscali e dal mancato versamento all’erario di oltre 500.000,00 euro per le imposte dovute ed iscritte a ruolo dal 2006 al 2013, nonché lo svuotamento illecito, operato nel tempo, dell’attivo societario. Nel corso delle indagini sono state rilevate illecite modalità di approvvigionamento delle acque e della loro successiva rivendita da parte della società.

In tale contesto, è emerso, infatti, che l’amministratore del soggetto economico, dopo la vendita di alcune partite di acqua a società operanti nel settore marittimo, ha distratto i relativi incassi della società dallo stesso amministrata. Parte di tali somme, ammontanti ad alcune migliaia di euro,  sono state spese dall’imprenditore presso una sala giochi di Trapani, circostanza che ha portato l’A.G. a contestargli anche il reato di autoriciclaggio. L’imprenditore arrestato, infine, a seguito della dichiarazione di fallimento e, nonostante gli interventi repressivi subìti, ha continuato a lavorare a mezzo di una ditta individuale, priva di qualsiasi patrimonio, che è risultata essere completamente sconosciuta al fisco.

Il raggiungimento di tale risultato conferma l’importante funzione di presidio della Guardia di Finanza a tutela degli imprenditori rispettosi delle regole del mercato, inserendosi nella linea strategica di assicurare il recupero delle somme e/o dei beni frutto, oggetto o provento delle condotte illecite.

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