Le bellezze paesaggistiche di Erice raccontate su Studio Aperto

Redazione Prima Pagina Partanna
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28 Febbraio 2021 12:35
Le bellezze paesaggistiche di Erice raccontate su Studio Aperto

«E l’altro monte, e l’altro monte ei vede, l’Erice azzurro, solo tra il mare e il cielo divinamente apparito, la vetta annunziatrice della Sicilia bella!» così scriveva il poeta abruzzese Gabriele D'Annunzio parlando di Erice nella sua opera "La notte di Caprera". L'antico borgo ha sempre affascinato chi lo vede sia per la sua antica storia, si attesta che sia stato fondato dagli Elimi verso l'ottava secolo a.C., sia per le tante leggende e miti, in particolare di Venere, che lo circondano.

Proprio ieri la città di Erice è stata la protagonista di un servizio del giornalista Massimiliano Di Dio sul telegiornale "Studio Aperto" in onda su Italia 1. Come immagine d'apertura il panorama mozzafiato sulle saline, sulle Egadi e sul Monte Cofano che solo salendo a "U Munte" si può ammirare. Poi l'attenzione si è spostata sul castello di Venere, il Quartiere spagnolo, la Chiesa Madre, il Balio e Torretta Pepoli, definita "Faro di Pace del Mediterraneo", simboli indiscussi della città.

Immancabili anche altre tradizioni artigianali e gastronomiche come la ceramica, risalente al 1200 e interrotta solo nel 1430, le genovesi, definite dal giornalista come «scrigni di pasta frolla traboccanti di crema», il pane con grano siciliano, i formaggi e la busiata. Il servizio si è poi concluso con la dichiarazione del giornalista che ha detto: «il fascino di questo luogo rapisce lo sguardo di chi arriva e trattiene per sempre quello di chi ci vive» Simone Crapanzano

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