Haftar molla l’osso! Riportiamo a casa i pescatori mazaresi

Redazione Prima Pagina Partanna
Redazione Prima Pagina Partanna
07 Ottobre 2020 07:45
Haftar molla l’osso! Riportiamo a casa i pescatori mazaresi

Ennesimo sequestro ai danni dei pescatori italiani, mazaresi nella fattispecie. Guarda caso, un'altra volta, ad opera delle milizie di Haftar (benchè quest'ultimo si ostini a sostenere milizie dello stato libico).  I due motopesca Antartide e Medinea, intanto, sotto posti sotto sequestro nel porto di Bengasi.  I 18 pescatori sono nel carcere di El Kuefia "a disposizione della Procura Generale dello stato libico", avendo,  secondo Haftar & C. violato le acque territoriali ed economiche della Libia e traffico di droga.

Quest'ultima, sembra una barzelletta ma è la triste realtà, portata a bordo dai miliziani giusto appunto per rafforzare le tesi accusatorie. Vi è da precisare che quello che un tempo fu la Libia, la terra governata Gheddafi, già aveva stabilito che il Golfo dlla Sirte fosse parte delle sue acque interne e che le 62 miglia di zona di pesca  reclamate sarebbero state contate a partire dalle 12 miglia dalla linea di chiusura del golfo. Ovviamente infischiandosene della contrarietà di molti paesi compresi quelli dell'Unione Europea e dell'illegittimità della cosa, data dallo spostamento verso il largo, causato dalla chiusura del Golfo della Sirte, dei propri limiti esterni.

Quale protezione allora per i pescatori italiani? Abbiamo una Marina Militare che a quanto pare viaggia per mare a motori spenti. Mai che contestino sul campo le pretese marine eccessive, compresa la chiusura del Golfo della Sirte. Anzi la Direzione generale della pesca del Ministero delle politiche agricole era arrivata al punto di "rispettare appieno la legislazione libica, di stare ben lontani dalle coste libiche per non creare situazioni spiacevoli che si sarebbbero potute ripercuotere sui  rapporti bilaterali (ora direi trilaterali)".

nella foto il generale Haftar Intanto 18 pescatori italiani sono nelle carceri di Khalifa Belqasim Haftar. Ovviamente non è che erano andati per una giornata distensiva di pesca d'altura. E' il loro lavoro! Devono portare a casa quel pesce che noi consumatori pirla vogliamo:  pesce spada, tonni, gamberoni, che nelle acque italiane non sono facilmente reperibili.

Ecco che la colpa a voler ben vedere è anche nostra, è del mercato che richiede determinate qualità di pesce. Se tutti ci concentrassimo a mangiare pesce italiano, il nostra pesce azzurro, forse in moltoi non dovrebbero rischiare la vita. Intanto 18 pescatori italiani sono nelle carceri di Khalifa Belqasim Haftar. L'Intelligence italiana si sta muovendo di certo, chi resta a quanto pare immobile è quel che si suole chiamare Ministro degli Esteri, ruolo ricoperto da Giggino, ops Luigi Di Maio.

La signora Luciana Lamorgese, Ministro dell'Interno, anche lei non pervenuta. Vogliamo una buona volta smetterla di genufletterci a qualsivoglia miliziano o sedicenti eserciti autoproclamatisi governo? Basta! Con i riscatti!. E basta con i calciatori!!! Eh sì ...perchè in cambio della liberazione dei nostri pescatori gli haftariani vogliono liberi i loro "giocatori di calcio" attualmente nelle nostre carceri in quanto arrestati perchè scafisti che hanno trasportato tanti poveretti nelle nostre acque e coinvolti nella meglio conosciuta "Strage di Ferragosto" in cui morirono 49 persone.

Ennesima presa per i fondelli! E la nostra politica sta a guardare. Ma alla fine i nostri politicanti che fanno? Difendono solo gli interessi dell'Eni? Attraverso il gasdotto Green Stream il gas libico dai giacimenti di Wafa e Bahr Essalam raggiunge Gela dopo il trattamento a Mellitah: una capacità di circa 8 miliardi di metri cubi all’anno. Che dire poi dei 4 permessi esplorativi e 7 permessi produttivi in materia mineraria? Quindi per difendere gli interessi dell'Eni, da oltre un mese i pescatori mazaresi sono in carcere senza sapere se lo Stato Italiano sta lavorando per la loro liberazione? Quindi per mantenere pseudo rapporti diplomatici con militari paragonabili a pirati che non fan parte di alcuno stato visto che la comunià internazionale riconosce come Libia quella governata da Fayez al-Sarraj?  Guarda caso....da chi è sostenuto il governo di Tobruk? Trattasi di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Russia e Francia (a causa di quest'ultima ci si mosse tutti per abbattere il governo di Gheddafi, non tanto per il dittatore quanto per gli interessi economici in loco).

nella foto il Ministro degli esteri Di Maio Il nostro Di Maio, intervenuto in videoconferenza alla Riunione Ministeriale sulla Libia, anzichè parlare apertamente del rapimento dei pescatori mazaresi, si è limitato a sottolineare l'importanza  degli impegni assunti nella Conferenza di Berlino, il sostegno italiano per una soluzione politica della crisi libica e si è detto a favore della ripresa, senza limiti temporali, della produzione e dell’esportazione petrolifera in tutto il territorio libico, oltre a ribadire la necessità di una completa cessazione delle interferenze esterne nel conflitto libico.

No mio caro Ministro! Le interferenze, con quello che Haftar & C. han compiuto negli ultimi tempi a danno dell'Italia, a danno di una categoria già svantaggiata come i pescatori italiani ci devono essere eccome! Alzi la testa una buona volta! Impari da Nikita Kruscev: si tolga una scarpa e la batta fortemente sul tavolo anzichè fare il mellifluo, richiamando all'ordine "quei leccapiedi dell'imperialismo americano"! Non sarebbe male, caro Ministro, leggere un attimo la biografia di  Khalifa Belqasim Haftar, per comprendere  l'attualità della frase di Kruscev.

Sa dove andò nel 1991, dopo la sua prigionia in Ciad a seguito della disfatta di Wadi Al Dum? Negli Stati Uniti (stato che ne facilitò la liberazione, forse perchè il suo rapporto con Gheddafi si era frantumato), nello stato della Virginia, dove portò tutta la famiglia. Prese pure la cittadinanza americana. Ritornò in Libia nell'estate del 2011 per unirsi ai rivoltosi sostenuti da Francia e Gran Bretagna. Se da una parte vi è la totale assenza e presa di posizione da parte dello Stato Italiano per questo rapimento dall'altra vi è quasi una sorta di menefreghismo degli altri pescatori mazaresi.

Mi sarei aspettata uno sciopero, un'azione eclatante con il supporto degli armatori, come schierarsi con tutti i pescherecci al limite delle acque territoriali libiche. Solo così si potrebbe ribadire un certo ruolo dell'Italia. Il nemico va affrontato a muso duro. Non serve alcuna diplomazia con chi se ne frega della stessa. Ci stanno prendendo per i fondelli! Elena Manzini  

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