È Covid o influenza? Il tormentone è appena cominciato

Redazione Prima Pagina Partanna
Redazione Prima Pagina Partanna
24 Ottobre 2020 12:11
È Covid o influenza? Il tormentone è appena cominciato

Ogni genitore non appena sente un semplice starnuto, un colpo di tosse, il naso che cola si ferma agghiacciato e pensa in preda al panico: è Covid o influenza? Non appena questa domanda sfiora il cervello di un genitore l’istinto materno o tutto ciò che si crede di conoscere dei propri figli svanisce. E via a telefonate alla pediatre con domande che in condizioni normali apparirebbero davvero stupide. Non è facile. Non è assolutamente facile distinguere sintomi influenzali da quelli del Covid ma a detta di grandi clinici è possibile fare un distinguo; tra le malattie ci sono sottili differenze che non sfuggono ai medici.

O meglio non dovrebbero sfuggire… Queste differenze le hanno messe in evidenza, negli ultimi tempi, i pediatri del Children’s National Hospital di Washington, di certo non gli ultimi arrivati, che hanno pubblicato su Jama uno studio avente ad oggetto 315 bambini dell’età media di 8 anni ai quali è stato diagnosticato il Covid tra marzo e maggio 2020 e ben 1.402 altri bambini, dell’età media dell’età media di 3-4 anni che avevano una influenza di tipo A o B tra il primo ottobre 2019 e il 6 giugno 2020.

L’analisi ha riguardato i sintomi. Quando si parla di sintomi, nella verifica degli stessi, emerge che i bambini che si ammalano di Covid hanno, se non asintomatici, sintomi più evidenti. Nel senso che hanno più spesso la febbre (che sale in tre su quattro, contro la metà degli altri), la diarrea o il vomito (che si presenta nel 26% dei casi contro il 12% degli altri), dolore ai muscoli e arti, dolori al petto e forte mal di testa.  Di fatto quindi tosse, febbre, affaticamento e fiato corto sono i sintomi più “caratteristici” da tenere in considerazione specie se ad essi si abbinano perdita del gusto o dell’olfatto, affaticamento e tosse secca particolarmente aggressiva.

Chi ha detto che è facile? Non so voi ma io trovo che ad ottobre inoltrato, con la riapertura delle scuole, specie nei bimbi di età compresa tra i tre ed i dieci anni sia oggettivamente non facile. E allora ben vengano consulti con pediatri o dottori specialisti, e ben vengano i medici che sono più pignoli e che nel dubbio propongono di fare il tampone. Ben vengano ovviamente gli insegnanti e i genitori attenti e scrupolosi. Ormai è un dato di fatto, anche i bambini ed i ragazzi vengono contagiati dal Covid.

Va detto che è un virus democratico: colpisce tutti ed in ogni parte del mondo. Di fatto lui viaggia, si trasforma e gioca con noi alla roulette russa. Certo quando ad essere colpiti sono i bimbi ci si sente più fragili, più indifesi, più in pericolo. Credo sia normale, sia umano. Nel tentativo per i genitori di restare lucidi e con il sangue freddo ci son fior fiori di notizie che scombussolano. Vedi la Campania che chiede a Conte un lockdown nazionale, vedi la Lombardia che si sta ritrovando nell’occhio del ciclone, vedi le varie richieste dei medici e sanitari.

E allora che si fa? Si aspetta con la mascherina, che deve essere chirurgicamente adeguata non bella, con un gel disinfettante che deve essere battericida e virucida, stando attenti al distanziamento. Bisogna nuovamente cercare di selezionare quello che davvero è importante da quello a cui possiamo rinunciare. Di fatto ci sarà una ragione se anche la Sicilia va verso il coprifuoco e sta, nelle sedi opportune, valutando l’adozione di nuovi provvedimenti restrittivi funzionali al contenimento dei contagi.

Intanto cerchiamo di imparare dai bambini che stanno dimostrando grande maturità e grande capacità di adattamento alla nuova forma di vota sociale, familiare e scolastica. Impariamo dai bimbi ad obbedire alle regole.   Maria Elena Bianco

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